Associazione
VIVISARPI
Chi siamo
L’Associazione VIVISARPI – aconfessionale e apartitica – nasce come punto d’arrivo di un percorso di aggregazione e mobilitazione di un gruppo di residenti del quartiere Sarpi-Bramante-Canonica di Milano, cominciato nel 1999, anno in cui l’attività commerciale all’ingrosso cinese cominciò ad espandersi, facendo sprofondare il quartiere in uno stato di totale insostenibilità e degrado.
La valorizzazione del quartiere, e la promozione di un miglioramento della qualità della vita per tutta la popolazione residente sono i primi obiettivi che guidano le nostre azioni, ma anche le uniche condizioni possibili per il raggiungimento di un’integrazione sostenibile tra comunità.
Perchè proprio un’associazione? Per proseguire il percorso fatto finora, con chiarezza e determinazione, forti di un coordinamento interno che assicuri anche la capacità di fare rete con altre associazioni e comitati, promuovendo così con maggior incisività quella capacità di governo integrato del territorio che si è ormai re-sa così necessaria nella nostra città.
Hanno dato vita all’associazione 36 soci fondatori. L’associazione ha un consiglio direttivo composto da 8 consiglieri – di cui uno Presidente e uno vicepresidente – e un collegio dei garanti composto da 3 membri-di cui uno Presidente.
Hanno dato vita all’associazione 36 soci fondatori. L’associazione ha un consiglio direttivo composto da 8 consiglieri – di cui uno Presidente e uno vicepresidente – e un collegio dei garanti composto da 3 membri-di cui uno Presidente.
1999
La nostra storia
Era il lontano settembre 1999 quando alcuni abitanti della zona Bramante-Sarpi-Canonica davano origine al comitato Vivisarpi, sorpresi dall’improvvisa e rapida trasformazione del quartiere causata da un insediamento massiccio di attività commerciali all’ingrosso gestite, in maniera irrispettosa di qualsiasi regola e ordinamento, da cittadini della comunità cinese di recente immigrazione.
Forte del consenso dei residenti, il Comitato Vivisarpi, scevro da razzismi ed estremismi di qualunque colore politico, si è posto innanzitutto come interlocutore delle istituzioni cittadine sollecitandole, con un atteggiamento assolutamente civile e rispettoso, a gestire con solerzia e competenza i cambiamenti che si stavano presentando nel quartiere, anche attraverso il controllo sistematico del rispetto delle regole vigenti. Nel contempo, il comitato si è attivato come soggetto capace di veicolare e contenere il crescente disagio della popolazione.
Amministrazione comunale (sindaco e amministratori, consiglieri di maggioranza e opposizione), ASL, Vigili del fuoco, polizia municipale, forze dell'ordine, prefetto, questore: tutti sono stati messi costantemente al corrente della situazione del quartiere che si faceva ogni giorno più critica. Il confronto con le istituzioni è stato portato in tutte le sedi ove si è intravista la possibilità di una risposta efficace ai problemi del quartiere; si è così partecipato a incontri e dibattiti pubblici con esponenti politici di maggioranza e di opposizione e si sono forniti contributi conoscitivi al lavoro di commissioni comunali, si sono proposte soluzioni sia di natura tecnica sia di più ampio respiro politico. In particolare, si è proposta con convinzione la delocalizzazione degli esercizi commerciali all’ingrosso in aree adeguate a questo tipo di attività, incompatibile con la struttura topologica del quartiere e fonte prima del degrado dello stesso.
Quest’azione è stata supportata con momenti specifici di protesta della popolazione residente, tutte le volte che silenzio e assenza delle istituzioni si facevano più forti. Da semplici presidi informativi, a raccolta di firme e petizioni, fino a dar vita a una manifestazione per le vie del quartiere nel novembre 2000, al blocco del traffico nel gennaio 2002, e al presidio a palazzo marino nel febbraio 2003. Non sono mancate certo neppure denunce circostanziate tramite la stampa, esposti-denuncia nei confronti di vari assessorati e del comando dei Vigili Urbani. Il capillare contatto con gli abitanti del quartiere è stata la base di riferimento per tutta l’attività del comitato: assemblee, banchetti informativi, porta a porta, sono stati gli strumenti che più hanno caratterizzato il rapporto con i residenti, permettendo così anche di canalizzare l’insofferenza dei cittadini verso forme costruttive di protesta. Molto lavoro è stato fatto, per raggiungere risultati che hanno quantomeno contribuito a rallentare rallentare all’incessante trasformazione e degrado del quartiere:
- controlli da parte delle forze dell'ordine, della polizia annonaria, dell'ASL e dei Vigili dei Fuoco che hanno messo in luce numerose irregolarità fiscali e amministrative, fenomeni criminosi, inadempienza alle più elementari norme di igiene, contraffazioni di abbigliamento, occhiali e giocattoli, uso di medicinali abusivamente importati dalla Cina, sino all’arresto di cittadini cinesi che tenevano segregati loro connazionali.
- ristrutturazione della rete tramviaria in via Bramante per evitare la soppressione del tram, che avrebbe reso la via teatro di un ininterrotto carico e scarico, e la costruzione all'incrocio tra le vie Bramante-Giorgione-Guercino di uno spartitraffico atto ad impedire la sosta di camion con container a rimorchio fornitori di molti magazzini all'ingrosso
- posizionamento di dissuasori della sosta in vie strette e incroci abusati per carico e scarico introduzione della limitazione oraria della sosta per carico e scarico, così come delle strisce gialle per la delimitazione della sosta riservata ai residenti
Ma, passati sei anni il nodo del decentramento del commercio all’ ingrosso è ancora irrisolto: un fiore all’occhiello di vari assessori, che l’hanno utilizzato attraverso i media per ricevere riconoscimenti e applausi, spostando continuamente nel tempo ogni concreta attuazione. E la mancanza di controlli adeguati da parte di tutte le forze preposte non fa che esacerbare la situazione. E’ su queste basi che la spinta a riorganizzarsi dando vita a un’associazione è divenuta naturale per molti abitanti del quartiere.
Si torna per questo sul territorio con assemblee, a cui si affacciano anche persone nuove, pronte a mettersi a disposizione della comunità perchè questo scempio di una Sarpi che tutti noi milanesi ricordiamo diversa e ricca di fascino abbia fine.
Forte del consenso dei residenti, il Comitato Vivisarpi, scevro da razzismi ed estremismi di qualunque colore politico, si è posto innanzitutto come interlocutore delle istituzioni cittadine sollecitandole, con un atteggiamento assolutamente civile e rispettoso, a gestire con solerzia e competenza i cambiamenti che si stavano presentando nel quartiere, anche attraverso il controllo sistematico del rispetto delle regole vigenti. Nel contempo, il comitato si è attivato come soggetto capace di veicolare e contenere il crescente disagio della popolazione.
Amministrazione comunale (sindaco e amministratori, consiglieri di maggioranza e opposizione), ASL, Vigili del fuoco, polizia municipale, forze dell'ordine, prefetto, questore: tutti sono stati messi costantemente al corrente della situazione del quartiere che si faceva ogni giorno più critica. Il confronto con le istituzioni è stato portato in tutte le sedi ove si è intravista la possibilità di una risposta efficace ai problemi del quartiere; si è così partecipato a incontri e dibattiti pubblici con esponenti politici di maggioranza e di opposizione e si sono forniti contributi conoscitivi al lavoro di commissioni comunali, si sono proposte soluzioni sia di natura tecnica sia di più ampio respiro politico. In particolare, si è proposta con convinzione la delocalizzazione degli esercizi commerciali all’ingrosso in aree adeguate a questo tipo di attività, incompatibile con la struttura topologica del quartiere e fonte prima del degrado dello stesso.
Quest’azione è stata supportata con momenti specifici di protesta della popolazione residente, tutte le volte che silenzio e assenza delle istituzioni si facevano più forti. Da semplici presidi informativi, a raccolta di firme e petizioni, fino a dar vita a una manifestazione per le vie del quartiere nel novembre 2000, al blocco del traffico nel gennaio 2002, e al presidio a palazzo marino nel febbraio 2003. Non sono mancate certo neppure denunce circostanziate tramite la stampa, esposti-denuncia nei confronti di vari assessorati e del comando dei Vigili Urbani. Il capillare contatto con gli abitanti del quartiere è stata la base di riferimento per tutta l’attività del comitato: assemblee, banchetti informativi, porta a porta, sono stati gli strumenti che più hanno caratterizzato il rapporto con i residenti, permettendo così anche di canalizzare l’insofferenza dei cittadini verso forme costruttive di protesta. Molto lavoro è stato fatto, per raggiungere risultati che hanno quantomeno contribuito a rallentare rallentare all’incessante trasformazione e degrado del quartiere:
- controlli da parte delle forze dell'ordine, della polizia annonaria, dell'ASL e dei Vigili dei Fuoco che hanno messo in luce numerose irregolarità fiscali e amministrative, fenomeni criminosi, inadempienza alle più elementari norme di igiene, contraffazioni di abbigliamento, occhiali e giocattoli, uso di medicinali abusivamente importati dalla Cina, sino all’arresto di cittadini cinesi che tenevano segregati loro connazionali.
- ristrutturazione della rete tramviaria in via Bramante per evitare la soppressione del tram, che avrebbe reso la via teatro di un ininterrotto carico e scarico, e la costruzione all'incrocio tra le vie Bramante-Giorgione-Guercino di uno spartitraffico atto ad impedire la sosta di camion con container a rimorchio fornitori di molti magazzini all'ingrosso
- posizionamento di dissuasori della sosta in vie strette e incroci abusati per carico e scarico introduzione della limitazione oraria della sosta per carico e scarico, così come delle strisce gialle per la delimitazione della sosta riservata ai residenti
Ma, passati sei anni il nodo del decentramento del commercio all’ ingrosso è ancora irrisolto: un fiore all’occhiello di vari assessori, che l’hanno utilizzato attraverso i media per ricevere riconoscimenti e applausi, spostando continuamente nel tempo ogni concreta attuazione. E la mancanza di controlli adeguati da parte di tutte le forze preposte non fa che esacerbare la situazione. E’ su queste basi che la spinta a riorganizzarsi dando vita a un’associazione è divenuta naturale per molti abitanti del quartiere.
Si torna per questo sul territorio con assemblee, a cui si affacciano anche persone nuove, pronte a mettersi a disposizione della comunità perchè questo scempio di una Sarpi che tutti noi milanesi ricordiamo diversa e ricca di fascino abbia fine.
2017
PianificazioneObiettivi
L’Associazione si prefigge i seguenti obiettivi:
- Operare per un costante miglioramento della qualità della vita nel quartiere, e agire per arginarne il continuo degrado.
- Sollecitare interventi per la riqualificazione del quartiere, che, a partire dal decentramento delle attività commerciali all’ingrosso, favoriscano l’insediamento di attività commerciali coerenti con i caratteri morfologici del quartiere e della sua tradizione, anche di centro storico.
- Collaborare con le istituzioni e agire perché siano create le condizioni per le quali lo sviluppo di nuove attività e l’inserimento di diverse comunità nel quartiere avvenga con equilibrio, senza costituire limitazione o danno per le realtà esistenti.
- Promuovere la realizzazione delle condizioni per una effettiva integrazione tra nuova immigrazione e residenti nel pieno rispetto reciproco e della legalità.
E una loro attuazione secondo le seguenti modalità:
- Realizzando un costante rapporto di informazione e dialettica con le forze di governo della città e le istituzioni, relativamente alle maggiori criticità emergenti nel quartiere.
- Elaborando e proponendo soluzioni appropriate alle problematiche del quartiere, e sollecitando i gruppi consiliari perché venga istituito un gruppo di lavoro a livello comunale dedicato a questo scopo.
- Esercitando una pressione continua sulle forze di governo della città perché possa realizzarsi il decentramento progressivo delle attività commerciali all’ingrosso, favorendo invece l’inserimento di nuove attività commerciali al dettaglio e il permanere di quelle esistenti.
- Sollecitando adeguati controlli sul territorio da parte degli organismi preposti (vigilanza urbana, forze di polizia, finanza, ASL, VVFF) perché siano rispettate le leggi e le ordinanze comunali su tutte le attività presenti, sul traffico, sulla sosta, sul corretto utilizzo dei marciapiedi.
- Coordinando le segnalazioni dei residenti sui problemi di vivibilità/degrado del quartiere, anche mediante adeguati contatti con i mezzi di informazione.
- Promuovendo momenti di partecipazione nel quartiere attraverso manifestazioni con presidi, volantinaggi, assemblee, ed eventi di rivitalizzazione
2017
Lo statuto
Rep. n. 40504
Pr. 9826/EB/bm
ATTO COSTITUTIVO DI ASSOCIAZIONE
…
Milano Via Giusti n. 9 addì undici 11 aprile 2005 duemilacinque.
F.to Notaio Elena Barbi
Allegato "A" al Rep. n. 40504
Pr. 9826/EB/bm
ATTO COSTITUTIVO DI ASSOCIAZIONE
…
Milano Via Giusti n. 9 addì undici 11 aprile 2005 duemilacinque.
F.to Notaio Elena Barbi
Allegato "A" al Rep. n. 40504